domenica 24 febbraio 2013

LEGNANO: BOVESIN DE LA RIVA

 

Edizione del De magnalibus urbis Mediolani
 

Il milanese Bovesin de la Riva, (n. ca. 1240-m. ca. 1314), è tra i più insigni scrittori e poeti medioevali dell'Italia Settentrionale. Frate laico  terziario dell'Ordine degli Umiliati, dottor gramaticae, risiedette anche Legnano intorno al 1280 dove insegnò  presso l'ospedale di Sant'Erasmo di cui fu anche benefattore. Nel suo poemetto in lingua volgare De quinquaginta curialitatibus ad mensam (Le cinquanta cortesie a tavola), è lo stesso Bovesin che si dice cittadino di Legnano: 
 
"Fra Bonvesin dra Riva, ke sta im borgo Legnian,
de le cortesie da desco quilò ve dise perman;
de le cortesie cinquanta ke se dén servar al desco
fra Bonvesin dra Riva ve'n parla mo' de fresco."
 
 


Tra le sue opere il "De magnalibus urbis Mediolani" e il "Libro delle tre scritture". Dal De magnalibus urbis Mediolani, opera in latino che esalta la città di Milano, pubblichiamo l'incip iniziale.

"Una fama universale loda e onora la Lombardia e la pone, per la sua posizione, per il numero di città e di abitanti, per la bellezza e la vastità della sua fertile pianura, dinnanzi a tutte le nazioni del mondo.
E fra tutte le città di Lombardia, Milano la onora veramente, come si fa con la rosa o il giglio fra i fiori, con il cedro del Libano, il leone fra i quadrupedi e l’aquila fra gli uccelli.
E non c’è da meravigliarsi, perché Milano è superiore a tutte le città.
Consideriamo, infatti, sia il luogo che le abitazioni, la qualità e la quantità di abitanti della sua diocesi e di quelli viciniori, consideriamo anche la fertilità e l’abbondanza di ogni cosa che può servire agli uomini. Consideriamo la sua forza, la sua fedeltà, la sua dignità, le libertà civili. Perché deve essere chiaro che Milano sta in mezzo alle altre città come il sole in mezzo alle stelle ed essa sarebbe la sede papale più adeguata, con buona pace dei romani.
E tutto ciò lo proverò con quello che scriverò.
I fatti che sto per raccontarvi sono meravigliosi perché le grandezze di questa città, descritte con sincerità una alla volta, siano ben chiare sia ai miei concittadini che agli stranieri.
Ne deve fare meraviglia che abbia detto “ai miei concittadini”, perché le grandezze di Milano sono talmente tante che persino gli uomini che sono nati in questa città fanno fatica a conoscerle pienamente."

Tratto da “De magnalibus urbis Mediolani”

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