martedì 25 febbraio 2014

CLAUDIO BERETTA: CARLO PORTA. FONTI LETTERARIE MILANESI, ITALIANE, EUROPEE

Claudio Beretta, Carlo Porta. Fonti letterarie milanesi, italiane, europee, Bellinzona,
Istituto editoriale ticinese, 1994


"Nel 1988 usciva come tascabile Bompiani un'antologia di lettere e poesie portiane, curata dallo Scrivente, fondata sui testi critici stabiliti da Dante Isella e, relativamente al commento, sulle note dello stesso Isella e sul saggio di Guido Bezzola Le charmant Carline.
Vi indicavo, quale elemento nuovo, frutto della mia ricerca, fonti inglesi (Swift) ed altre europee (Voltaire, Goethe, ecc.). Indagando ulteriormente in questo filone, ne pubblicavo in quattro puntate (novembre-febbraio 1988/1989) su La Martinella i risultati, in particolare i rapporti, diretti o mediati, altamente probabili di Porta con Alexander Pope, Laurence Sterne, oltre ai già citati, e con altri autori italiani.
Le nuove relazioni così individuate erano di tale interesse da impormi una continuazione dell'indagine. Il materiale raccolto nel frattempo, viene qui pubblicato con una sia pur sintetica introduzione metodologica, i principi della quale mi sono stati di guida per la verifica costante di quanto venivo scoprendo.
Il saggio si costituisce con una difficoltà di fondo: intende offrire ai dotti elementi nuovi a livello scientifico, ma in pari tempo si rivolge ad un largo pubblico di simpatizzanti. I primi troveranno superflui i paragrafi 5-8 dell'introduzione ed i larghi riassunti di opere citate, che invece potranno essere utili ai secondi.
Una volta di più constateremo il coinvolgimento di Milano, come centro politico ed economico, nella dialettica unitaria delle culture del Continente europeo e della penisola.
In questo divenire Porta dimostra apertura di spirito ed ampiezza d'orizzonti non certamente inferiori ai suoi grandi contemporanei e si colloca come personaggio di primo piano, per valore e prestigio, negli anni immediatamente precedenti i moti del 1821. A distanza di quasi due secoli la sua attualità è intatta, la sua figura si staglia con vigore sempre maggiore sulla Milano del Regno d'Italia napoleonico e della Restaurazione asburgica".
Tratto dalla prefazione di Claudio Beretta
 

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