sabato 30 aprile 2016

GORLA MAGGIORE: OTTABELLA E LA LIRA

 
La Torre Colombera a Gorla Maggiore. Il quartiere, posto ai cigli della Valle, era il cuore della comunità longobarda. Ancora oggi viene chiamato "Canton Lombardo".

Come indica Mario Alzati nella sua ricerca "Giuseppina e le donne di Gorla Maggiore", Ottabella è la prima donna gorlese di cui si ha una traccia storica. Il documento è un atto notarile del 1176 ove Ottabella e suo marito Giovanni vendono alcune proprietà a Gorla Maggiore. Entrambi sono Longobardi e seguono la legge longobarda. Nel 1176 Gorla Maggiore faceva parte del Contado del Seprio, territorio germanizzato fedele all'Imperatore Federico I. La notte antecedente alla battaglia di Legnano Federico la trascorse a Cairate, presso il monastero di Manigunda. Il 29 maggio alla testa del suo esercito passò entro la Valle Olona per uscirne all'altezza di Olgiate Olona e dirigersi in direzione di Cascina Mazzafame/Borsano per raggiungere Pavia.  I gorlesi  videro quindi dall'alto della Valle l'esercito imperiale ed è molto probabile che  Ottabella vide da vicino i militi. Stando al documento notarile suo marito era mugnaio e necessariamente il mulino era allocato lungo la Valle.


Ma cerchiamo di capire il valore della vendita della vigna e dei due campi.

Con la riforma monetaria di Carlo Magno si era creata una unità monetaria "virtuale", la lira (libbra) che equivaleva a 240 denari. All'epoca di Carlo Magno il denaro era d'argento e pesava circa 1,7 grammi per un fino di circa 1,6 grammi. Aveva quindi un valore molto alto. Nell'epoca carolingia con mezza lira si potevano acquistare due campi e un bosco.  Il denaro nel corso dei secoli si era però "svalutato" o meglio si era rivalutato l'argento in quanto con il progressivo intensificarsi dei commerci la necessità di argento era cresciuta, ma non la sua disponibilità. Fu così che per coniare una più grande quantità di moneta per "far girare" l'economia si ridusse la quantità di argento contenuta nel denaro. Di denari ne esistevano di diversi coni, corrispondenti a quelli battuti dalle città più importanti, quali Pavia e Milano. Fra loro vi erano leggere differenze di fino.
L'imperatore Federico I tra il 1155 e il 1161 fece battere denari imperiali che contenevano 0,5 grammi di fino. Quelli milanesi del periodo ne contenevano la metà. 
Torniamo quindi al nostro atto di vendita. In esso è correttamente specificato il tipo di denaro utilizzato per la compravendita. Si tratta di "denaro" milanese in quanto Gorla Maggiore rientrava nella zona di influenza milanese. Nell'atto si parla di denari nuovi in quanto intorno al 1110 venne introdotto un nuovo danaro (terzolo) con un titolo più basso rispetto ai precedenti. Il costo dei terreni è di 8 lire, pari quindi a circa 3000 grammi di argento. Argento che nel medioevo aveva in valore molto più alto di quello attuale. Oggi 3000 grammi d'argento hanno un valore di circa 1500 €
 Donna longobarda. Con molta probabilità Ottabella vestiva un abito di foggia simile (Fotografia del Gruppo di rievocazione storica Insubres)
Il documento è stato catalogato e inserito nel sito Codici della Lombardia medioevale (cdlm.unipv.it ) da cui abbiamo tratto una breve illustrazione dell'atto e l'originale latino.

Carta venditionis

1176 giugno, Gorla Maggiore.

Giovanni Morinarius e la moglie Ottabella, di Gorla Maggiore, vendono a Guglielmo Baticaza, pure di Gorla Maggiore, per otto lire di denari nuovi milanesi, tre appezzamenti di terra siti nel territorio di Gorla, in località dette Vinea Grande, a Labragada e Curcunica. Fideiussori Buirato Morinarius e Giordaneto Uzeini dello stesso luogo. Contemporaneamente il predetto Giovanni investe a titolo di consultum la moglie di un campo e di una selva per la somma di lire quattro che costituiscono il faderfio della donna.
Originale, ASMi, AD, FR p.a., cart. 261 [A]. Sul verso annotazioni tarde. Il notaio è scorretto. 
   
(ST) Anno dominice incarnacionis millesimo centesimo septuagesimo sesto, mense iunii, indicione nona. Cartam vendicionis ad proprium fecerunt Iohannes | Morinarius (a) et Ottabellam coniugem suam et per eius consensu, de loco Gorla Magiore, et est interrogata ab Gualdrico et ab Guili|elmo Leporis propinqui eius, in quorum presentia et testium certa facit professionem et manifestacionem se nemine ullam vim pati sed per suam | spontaneam voluntatem hanc cartam vendicionis facere vissa est, in Guilielmo Baticaza de eodem loco, pro pretio de (b) den(ariorum) bon(orum) novorum Medi|olani libr(as) octo, quos (b) eis dedit coram iudice et testibus, nominative de tribus petiis terre reiacentes in loco e (b) fondo Gorla et in eius territo|rio: prima petia est campus et iacet ad locum ubi dicitur Vinea Grande: coheret ei a mane Azonis Curadi, a meridie emptoris, a sero et a monte idem; seconda | petia est silva et dicitur a Labragada: coheret ei a mane Azonis Curadi, a meridie Sancte Marie, a sero emptoris, a monte via; tertia petia est vinea | et dicitur Curcunica (c): coheret ei a mane Iacobi, a meridie via, a sero Iordani, a monte accessii turre; eo tenore ut ipse Guilielmus et eius heredes | et cui dederit abeat et teneat ad proprium suprascriptam vendictam et fatiat exinde quicquid voluerit sine contradicione suprascriptorum venditorum et suorum | heredum. Quidem promiserunt et insuper convenerunt ipsi venditores se et eorum heredes eidem Guilielmo et suo heredi et cui dederit ab omni homine | defendere et guarentare abent suprascriptam vendictam ut supra legitur ratione et usu; et insuper guadiam dedit ipse Iohannes eidem Guilielmo | sic defendendi et guarentandi suprascriptam vendictam ut supra legitur ratione et usu. Posuit fideiussorem Buiratum Morinarium et (d) Iordanetum | Uzeini de eodem loco Gorla. Quia sic inter eos convenit. Actum in eodem loco.
Signum + + manuum suprascriptorum Iohannis, Ottabelle qui hanc cartam fieri rogaverunt et ipse Iohannes eidem Ottabelle consensit.
Signum + + manuum suprascriptorum Gualdrici et Guilielmi Leporis qui suprascriptam Ottabellam interrogaverunt.
Signum + + manuum Guilielmi filii Algerii et Guilielmi filii Bregonzii de eodem loco, testium. Ibi, presencia testium, investivit ipse Iohannes per consultum suprascriptam Ottabellam coniugem suam de campo uno de Lozia: est ei a mane Alberti Serici | et Guilielmi Baticaze, a meridie via, et de silva una de Salbia: est ei a mane Baticaze, a meridie Maginerii, per libras quadtuor, que sunt suum faderfium.
(ST) Ego Otto notarius de loco Calbonate hanc cartam tradidi et scripsi.

(a) La prima i corretta su o
(b) Così A.
(c) Curcunica su correzione.
(d) Segue Ioh cancellato.
Edizione a cura di Maria Franca Baroni
Codifica a cura di Valeria Leoni
Tratto da cdlm.unipv.it

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