domenica 1 marzo 2015

PEPPO FERRI: A FUNZION IN DI PIAN

                                            Gorla Minore: a Funzion in di pian

I racconti di Peppo Ferro ci portano in un mondo ormai lontano. Con grande maestria è riuscito a unire storia e letteratura. Peccato che la sua opera sia completamente ignorata dalle scuole. Abbiamo esaminato alcune libri delle scuole Secondarie di primo grado (scuole medie n.d.a.)  e i suoi racconti non sfigurerebbero, anzi permetterebbero di apprendere tanti avvenimenti del nostro mondo. E' paradossale, ma se chiedete a qualche ragazzo qualche semplice notizia sulla chiesa del suo paese, magari frequentata ogni domenica, vi saprebbe dire ben poco.


A Funzion in di pian

La processione che si faceva di buon mattino tra i campi per la benedizione delle seminagioni, è certamente una delle tradizioni più significative e indimenticabili legate alla vita ed alla devozione contadina.
Il rito si svolgeva dopo l'Ascensione e prima della solennità di Pentecoste. Il parroco ed i fedeli percorrevano i sentieri erbosi invocando la benedizione del cielo sui raccolti e meditando sulla pochezza dell'uomo e sulla sua mortale condizione. Nel fresco incanto dell'aurora, la processione avanzava tra i prati di maggengo, sapido e forte, che dà vigore al bestiame e profumo al latte delle vacche. Il grano aveva ancora un colore verde intenso ma ben presto avrebbe iniziato a trascolare nei toni caldi della maturazione. Alta sul mare di spighe ondeggianti, procedeva la croce e mandava bagliori argentei nel sole che saliva gagliardo. Il sacerdote vestiva la cotta bianca e la stola nera, a significare il contenuto penitenziale della funzione. Prima di uscire di chiesa, i fedeli si erano accostati alla balaustra per ricevere un pizzico di cenere d'ulivo sul capo ed erano stati ammoniti con una espressione latina che non lasciava dubbi sul suo significato: memento homo, quia cinis es, et in cinerem reverteris. Tutti avevano risposto umilmente: memor ero, me lo ricorderò.(...).
Sancta Maria... sancte Gabriel... sancte Nazari... sante Celse.... sancte Joannes...L'aspersorio veniva tuffato nel secchiello dell'acqua benedetta ed il sacerdote, con un gesto ampio e solenne, tracciava nell'aria il segno della benedizione: "pro aeris temperie, ac fructu et foecunditate terarum precamur te, Domine miserere". Gli spruzzi dell'acqua lustrale scendevano copiosi sulle zolle verdi dei  prati, sulle messi, sulle piante, sulle siepi, sui fossi...
Il sole ormai avvampava alto nel cielo ed i colori sfumati dell'aurora si erano sciolti nell'azzurro intenso. La processione ritornava alla chiesa. I contadini, nei campi, avevano ripreso la quotidiana fatica. Su tutto il creato era discesa, rugiada di consolazione, la benedizione di Dio.

Foto e racconto tratto da: Peppo Ferri, Paòll sua paòll. Dizionario dei vocaboli, locuzioni e proverbi dialettali della Valle Olona, 1996.



Abbiamo chiesto al signor Mario (classe 1932) se anche a Marnate si tenevano funzioni religiose nelle campagne:
" Non ricordo una funzione religiosa come quella di Gorla.  Quando però non pioveva da molto tempo, si tenevano delle processioni. Il parroco la domenica comunicava il giorno della processione. La processione partiva verso le 5.30 del mattino. Ci si incamminava in direzione di Nizzolina/Rescalda. Allora erano tutti viottoli e già all'altezza del cimitero eravamo in piena campagna."
Il signor Enrico (classe 1936) ricorda invece che durante i periodi di siccità si tenevano funzioni religiose presso il Lazzaretto in Valle. 

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