Claudio Beretta, Grammatica del dialetto milanese, Libreria Milanese, Milano, 1998. |
La "Grammatica del dialetto milanese" è un'opera fondamentale. Dopo anni di studi e un primo studio del 1980 dal titolo "Contributo per una grammatica del milanese contemporaneo", Claudio Beretta riesce a dare regole certe e una grafia ufficiale al milanese. Nel libro Beretta non si limita a esplicitare regole grammaticali, ma indica le ragioni delle necessità di conservare il dialetto. Per Beretta l'uomo, per essere tale e non un mero consumatore, ha necessità di un suo piccolo mondo che può trovare solo negli affetti familiari e nella sua comunità. Per Beretta il dialetto è parte essenziale di questo mondo. Dall'appendice I dell'opera di Beretta, dal titolo "Le polarità di lingua e dialetto" riportiamo un breve ed essenziale stralcio che abbiamo titolato "La dimensione umana del dialetto".
LA
DIMENSIONE UMANA DEL DIALETTO
Di
Claudio Beretta
In una società come la
nostra, sottoposta ad una mai vista accelerazione del progresso tecnico ed alle
pulsioni di ordine sociale, politico, morale che ne derivano, l’uomo arrischia
di soccombere se non salva la propria dimensione umana. Il dialetto, come
pratica quotidiana, anche letteraria, può contribuire a salvare questa
dimensione e, con essa, la creatività dell’individuo(…).
Il mondo è fatto di tanti
piccoli uomini e di tanti piccoli paesi, le culture contrastanti dei quali sono
riducibili alle “strutture elementari
della parentela”, rette da costumi altrettanto elementari riducibili. Il tessuto
connettivo di questa universalità
è dato da culture legate alla vita quotidiana, ai cicli della natura,
del lavoro, della vita, della morte. Lo strumento linguistico di queste culture
tende, per forza di cose, al polo dialettale(…).
a) Il polo dialettale è
connaturato all’uomo e serve l’esigenza di questo ad esprimere sentimenti
affettivi familiari e di micro-gruppo.
b) Questa tendenza si
realizza anche nella lingua, in mancanza di un dialetto, mediante la
generazione continua di un linguaggio ad hoc.
c) L’attività dialettale è
quindi indispensabile per l’equilibrio psicosociale dell’individuo e della
società. Ha interesse a mortificare questa esigenza chi ha interesse a
strumentalizzare l’uomo e il suo gruppo per propri fini.
d) I nostri dialetti italici,
come del resto tutti i dialetti di questo modello, sono portatori naturali di
tali valori affettivi, senza i quali l’uomo non può vivere nella pienezza della
sua personalità individuale e sociale.
Spegnere questi valori
significa esporre l’uomo a deviazioni comportamentistiche che si ripercuotono
sia sull’individuo sia sulla società.
e) I dialetti italici, e i
padani dell’area celtica in particolare, sono portatori di valori linguistico
storici, tutt’ora creativi. Sarebbe un peccato di lesa-umanità distruggere con
la violenza (specialmente con la violenza culturale) questi valori, tanto più
che moltissimo ancora rimane da fare per rilevarli e consegnarli alla scienza.
Tratto
da Claudio Beretta, Grammatica del dialetto milanese, Libreria Milanese, Milano, 1998.
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