Particolare della lapide di Aebertus (1074) ove viene indicato il nome di Marnate |
La lapide in marmo del nobile longobardo Aebertus, morto l' 11 luglio 1074 , contiene la prima citazione del toponimo "Marnate". Oltre a Marnate compaiono anche i toponimi di altri due località della Valle Olona: Gorla Minore e Castegnate. La lapide contiene i legati testamentari del nobile che lascia i suoi beni alla chiesa di San Nazaro della Pietrasanta, piccolo tempio che si trovava nei pressi di piazza Cordusio, nel cuore della Milano medioevale, ove era allocata la "curia ducis", ovvero il centro del potere longobardo. La chiesa e tutto il quartiere medioevale sono stati demoliti negli anni 1887-1888 per creare l'asse viario delle vie Dante e Meravigli e speculare sulle nuove costruzioni. Come nota Giuliano Cerana, la mappa catastale di Marnate del 1721, individuava ancora due terreni di aratorio appartenenti a detta chiesa.
La lapide era collocata nella parete destra della chiesa e con molta probabilità in San Nazaro si trovava anche il sepolcro di Aebertus. Attualmente è conservata nel deposito lapideo del Castello Sforzesco. E' stata catalogata al numero 371 da Emilio Seletti nel volume "Marmi scritti" del 1901.
La lapide era collocata nella parete destra della chiesa e con molta probabilità in San Nazaro si trovava anche il sepolcro di Aebertus. Attualmente è conservata nel deposito lapideo del Castello Sforzesco. E' stata catalogata al numero 371 da Emilio Seletti nel volume "Marmi scritti" del 1901.
Il testo è suddiviso in due parti, come tradizione riscontrabile anche in altre lapidi. Pio Bondioli insinua il dubbio che la seconda parte sia posteriore alla prima e sia stata commissionata dai religiosi della chiesa per ricordare il benefattore.
La prima è una breve riflessione in versi leonini del senso della vita e può essere considerata la prima testimonianza poetica legata a Marnate e più in generale alla Valle Olona. Non sappiamo se il carme fu composto da Alberto o da un letterato su sua indicazione. In essa il nobile Alberto riflette sulla caducità della vita ed esorta Bertrando, probabilmente un amico fraterno, ad agire virtuosamente perché nella virtù alberga il sacro che è eterno.
Dalla lapide possiamo dedurre qualche informazione su Alberto. Risiedeva a Milano ed era tra i più importanti nobili della città. Probabilmente era un uomo maturo in quanto aveva oltrepassato la gioventù che rimpiange. La localizzazione dei terreni in una vasta area del milanese attesta la sua ricchezza. Sicuramente conosceva bene Marnate, Gorla Minore, Castegnate in quanto vi possedeva molti terreni e si trovavano relativamente vicini a Milano. Si può inoltre ipotizzare che non fosse sposato o perlomeno non avesse affetti familiari in quanto nel carme vengono citate solo due persone, Bertrando, probabilmente un amico e il padre.
Ecco il testo della lapide:
QUOD FUIT ILLUD OBIT QUOD OBIT SUBSISTERE NOVIT
+ HINC EGO NUPER HOMO PULVIS ET UMBRA MODO
PRO DOLOR INMENSUS NICHIL EST HUMANA IUVENTUS
FLORET ENIM NIMIUM SED URBIS ET IPSE CACUMEN
MARMORE MEMBRA LOCO SIDERA MENTE COLO
POSTULAT AL. ALTUM BERTERRANTUS QUOQUE SACRUM
HINC SACER INDE BREVIS HINC SUPER ALTA LEVIS
QUI LEGITIS CARMEN PRECIBUS PREBETE IUVAMEN
DICITE CORDE TAMEN PACE QUIESCAT AMEN
+EGO AEBERTUS IUDICO HUIC ECCLESIAE OMNIA TERRITORIA QUE SITA VERMICIO
GORLA MINORE, CASTENATE, ABIATE, MARNATE. ET MANSUM
UNUM IN IPSO LOCO CASTENATE. ALIUM MARIANO ALIUM LANDRIANO
ALIUM TRICIO EA CONDITIONE UT QUINTUS ADDATUR PRESBITER ET FESTI
VITAS SANCTI TIMOTEI CELEBRETUR CUM CARDINALIBUS MAIORIS ECCLESIE
SECUNDUM MOREM ALIORUM ET ANNALE MEUM EIAT ET X. II. PRESBITERI PASCANTUR
IN EO. ET MISSA PRO ME ET PATRE MEO COTIDE CELEBRETUR
AC PER SINGULAS ANNI EDOMADA SUPRA SEPULCHRUM
EIUS SEMEL CUM PROCESSIONE VENIANT: ANNO AB INCARNATIONE
DOMINI NOSTRI IHESU XPI MILLEXIMO SEPTUAGEXIMO. III INDITIONE
VERO. XII. OBIT. V. IDUS. IULII
Questa è la libera traduzione del Carme
Il passato tramonta e termina di esistere.
Anch'io un tempo ero un uomo, ora sono polvere e ombra.
E' un immenso dolore che la gioventù sia un attimo
fiorisce intensamente e termina nel nulla
Io, lume del mondo e fior della città e suo apice
depongo le membra nel marmo
la mia anima sale lieve alle stelle.
Bertrando! aspira a ciò che è elevato perchè esso è sacro
la nostra vita è invece fugace.
Voi che leggete il carme datemi ausilio pregando
con il cuore: "Riposi in pace. Amen".
Questa invece la traduzione del testamento:
Io Alberto assegno a questa chiesa tutti i miei territori
situati in Vermezzo, Gorla Minore, Castegnate, Albiate (o Abbiate), Marnate
e un manso nella stessa località di Castegnate, un altro a Mariano, un altro a Landriano, un altro a Trezzo,
alla condizione che sia aggiunto un quinto prete al servizio della chiesa
e la festa di san Timoteo sia celebrata con la partecipazione dei cardinali della chiesa Maggiore secondo la comune usanza, sia ricordato il mio anniversario di morte e a dodici preti sia dato da mangiare in quel giorno e ogni giorno sia celebrata una messa per me e per mio padre e una volta ogni settimana dell'anno vengano in processione sopra il suo sepolcro.
Anno della incarnazione di nostro signore Gesù Cristo 1074, indizione 12° .
Morì l'11 luglio
Bibliografia essenziale
Pio Bondioli, Castegnate, 1938
Giuliano Cerana, Ul me car Marnà, 1981
AA.VV., Marnate e Nizzolina. Tracce nella storia, 2011F.airaghi
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