lunedì 7 luglio 2014

SERGIO MARINOTTI: I TERZAGHI A GORLA MINORE E PROSPIANO NEL XVI SECOLO


La Valle Olona nel XVI secolo



Le famiglie Terzaghi esistenti a Gorla Minore e Prospiano nel XVI secolo

di Sergio Marinotti


Lo status animarum del 1578[1] riguardante gli abitanti di Gorla Minore e Prospiano riporta, per Gorla Minore, 458 abitanti divisi in 60 nuclei familiari, e per Prospiano 98 abitanti divisi in 18 famiglie. In essi sono presenti anche numerose famiglie dei Terzaghi che il Sitoni non prese in considerazione; esse erano così formate:

 


GORLA MINORE

Nella casa di CAMILLO TERZAGHI

Camillo, Laura (moglie), Pomponia, Cesare Maria, Brigida, Giò Batta e Giulio (figli), due serve, una donzella e un servitore.

 

Nella casa di OTTAVIANO TERZAGHI

Maddalena Francesca (moglie), Giò Giacomo, Ottaviano ed Ippolita (figli), Cornelia (figlia di Ippolita), un servo, una serva e un nipote di Ottaviano

 

Nella casa di COSTANZO TERZAGHI

Bianca Lucia (moglie), Costantino (figlio), due serve e un servo

 

Nella casa di ANDREA TERZAGHI

Caterina, Clemenza (moglie), Andrea Terzaghi (figlio), un fattore, due serve, un donzello

 

Nella casa di TOMMASO TERZAGHI

Tommaso e due figli (Leonora e Pomponio)

 

Nella casa di GIOVANNI TERZAGHI

Giovanni, Lucia (moglie), Badino e Domenico (figli), Franceschina (figlia della sorella di Giovanni)

 

PROSPIANO

Nella casa del Sig. CAMILLO PUSTERLA

nella stessa casa dove vivono Giò Antonio Bossi e la moglie Margherita abitano due nuclei famigliari dei Terzaghi:

Giacomo detto muletta con la moglie Maddalena

Maddalena Terzaghi con il figlio Lazzarino Giovannina, Francesco, Angela,m Bertina e Paolina (figli di Lazzarino)

 

Nella casa di MATTEO TERZAGHI

Badino Panzi, Maddalena (moglie), Giovannina e Paolino (figli), Giò Angelo, Chicco (figli di Badino), Paolina (moglie di Chicco), Angela e Lucrezia (figlie di Chicco). Nella stessa casa un altro nucleo famigliare composto da madre, padre e tre figli.

 

Nella casa di COSTANZO TERZAGHI

Atonia (moglie), Giò Pietro (figlio), Giò Antonio e Simonetta.

Nella stessa casa un altro gruppo famigliare composto da genitori con figli e figli dei figli.

 

Nella casa di CAMILLO TERZAGHI

Simone Langè, Canterina (moglie di Simone), Rosina, Clara, Battista, Ursina, Gerolamo, Giovannina e Stefano (figli di Simone), Angelina (figlia di Stefano). Nella stessa casa vive un altro nucleo famigliare con padre, madre e figlio.

 

Nella casa di altro CAMILLO TERZAGHI

Giò Angelo Gana, Margherita (moglie), Ambrosina, Ursina e Maddalena (figlie)

 

Nella casa di FRANCESCO TERZAGHI

Maddalena Bonizzoni (vedova), Pietro (figlio), Isabetta (moglie),  Caterina, Gasparina, Paolo, Alessio Angela (figli di Pietro), Giacomo (figlio di Maddalena), Lucia (moglie di Giacomo), Giacomo e Ursina (figli di Giacomo)

 

Nella casa di altro MATTEO TERZAGHI

Badino Lioni, Pietro (figlio), Franceschina (moglie di Pietro) Andrea e Ambrogio (figli).

 

Lo status animarum, che venne stilato tre anni dopo la fine della peste del 1575, evidenzia tra i Terzaghi un ristretto gruppo di famiglie aventi una chiara capacità economica: la presenza nelle case di Camillo, Ottaviano, Costanzo e Andrea di personale domestico ne è un indizio inequivocabile.

Nelle città non erano solo le famiglie più agiate a tenere in casa personale di servizio; anche tra i più poveri vi era una bassa percentuale di famiglie con dei domestici. I nobili avevano mediamente sette persone al proprio servizio, ma nei casi estremi il personale di servizio raggiungeva enormi dimensioni, fino a quasi raggiungere i quaranta elementi.

Molti erano i fattori che influivano sulla domanda di personale di servizio; essa dipendeva dal basso livello di sviluppo tecnologico, dal grado ancora ridotto della divisione del lavoro, dal gran numero di funzioni che la famiglia svolgeva, dalle forme di competizione tra i vari ceti sociali. Da un lato, nelle famiglie artigiane casa e bottega si confondevano fino a coincidere, e gli apprendisti che lavoravano con il maestro e mangiavano al suo desco non svolgevano solo attività produttive, ma anche mansioni domestiche.

Molti nobili ampliavano il numero di personale di servizio non solo per le ovvie esigenze della casa, ma anche per poter ostentare la loro ricchezza e la loro potenza. Il servizio domestico era un’attività che veniva svolta in una determinata fase della vita  di una persona, dai 15 ai 30 o 25 anni. I giovani che svolgevano questa attività venivano spesso dal contado o dagli strati urbani più poveri.

Il personale di servizio della campagna differiva da quello cittadino per il numero meno consistente, per la più giovane età dei domestici (11-20 anni) e per la maggiore incidenza di maschi nel totale. Tale personale, addetto per lo più a faccende domestiche, veniva chiamato quando la famiglia, a causa della troppo giovane età dei figli, non riusciva a soddisfare i bisogni della casa con il lavoro dei campi.[2]

Tra le famiglie predomina un sistema abitativo di tipo coniugale: in particolare notiamo come questo tipo di famiglia sia presente tra i nuclei più facoltosi, mentre le famiglie più povere tendono a formare nuclei familiari multipli, dove cioè si trovano riuniti nella stessa casa più fratelli e sorelle con le rispettive famiglie.

La grande diversità di condizione tra le famiglie più facoltose e quelle più umili (a Prospiano, nella casa di Camillo Pusterla abitano addirittura due nuclei familiari dei Terzaghi) mostra come le ricchezze della casata non fossero in un qualche modo equamente divise: questo ci fa capire le grandi difficoltà del Sitoni nel ricostruire gli alberi genealogici, e ci suggerisce un’estensione della famiglia ben più ampia di quella a noi nota.

E’ interessante notare come Gorla Minore sia presa come sede abitativa delle famiglie più importanti, mentre a Prospiano sembrano risiedere i Terzaghi meno facoltosi.


 
Ringraziamo il dott. Sergio Marinotti per l’autorizzazione alla pubblicazione del presente saggio tratto dal suo lavoro di tesi dal titolo “Tra fede ed affari: Mons. Carlo Terzaghi e l’acquisizione del feudo di Gorla Maggiore alla metà del XVII secolo”.




[1] L. FERRI, L. TOVAGLIARI: Gorla Minore – Prospiano: una storia nella storia, Tip. A. Prina, Gorla Minore 1987, pp. 470-481.
[2] M. BARBAGLI: Sotto lo stesso tetto op. cit. pp. 200-218.

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